Recuperate un po’ di energie perdute, il terzo giorno a Nyang Shwe, decidiamo di prendere le bici in dotazione nell’albergo dove alloggiamo, per 2000 kyat a persona, l’intera giornata.
È una bellissima passeggiata in mezzo a strade alberate lungo il lago, intervallate a piantagioni di vario tipo. Siamo noi per primi ciclisti poco allenati, dunque è una strada percorribile senza troppi problemi. Ci sono solo alcune salite un po’ più aspre. Ma vivendola con quello spirito di leggerezza vacanziero, si finisce per fare kilometri senza neanche accorgersene. Se non che, a fine giornata, le gambe potrebbero iniziare ad emettere pulsazioni proprie. Arriviamo fino alle hot springs naturali, in Khaung Daing, rimanendo solo a guardar dal di fuori. Proseguiamo cercando un posticino dove pranzare. Sembrano locali molto arrangiati, e nell’ irrisoluta indecisione ci fermiamo in quello che ci sembra il meno peggio. Tuttavia, alla fine, siamo più che convinti che ci abbiamo rifilato anatra spacciata per pollo, per due motivi principali: primo, perché abbiamo visto allevamenti di anatre lungo il lago; secondo, perché, nelle sembianze e nel gusto, a tutto somigliava quella carne, fuorché a pollo.
A questo punto, siamo indecisi se percorrere a ritroso la strada prima intrapresa, o tentare di spuntare il miglior prezzo per attraversare una piccola chiazza di lago che ci porti al ponte Maing Thauk. Contrattiamo con uno dei tanti tipi che sono fuori dai ristorantini in attesa di ciclisti da convincere per accompagnarli con la barca. Alla fine spuntiamo un prezzo non male, di circa 7000 kyat per trasportare noi e le nostre bici sulla tipica canoa che in pochi minuti ci fa sbarcare sull’assolato ponte di Maing Thauk, che freme dell’andirivieni delle persone che ci passeggiano. E’ attorniato da campi coltivati,
fluttuanti sul lago, su cui muovono sagome aranti sotto le nuvole grigie di questo pomeriggio.
Il denso agglomerato di nuvole rende il ponte più affascinante e tutto ha una sorta di maggiore profondità. Portiamo la bici a mano fino alla fine del ponte e da lì di nuovo in marcia per il ritorno.
Dopo una giornata così, non c’è nulla di meglio di una doccia, cenetta e una bella dormita per ricaricarsi.