Il viaggio è un bimbo appena nato. Nasce e cresce con gli occhi dello stupore. Frena il passo, scruta curioso, apprende, si interroga, sorride al mondo.
Ci si sente così in questi giorni, con l’aria trasognata, tra uno scarabocchio e l’altro di possibili itinerari, mentre il sonno di un giorno mattiniero tenta di calarci giù le palpebre.
Computer, google maps, guida, carta e penna pronta a tracciare, svoltare, cambiare destinazione.
Contemplando la cartina da nord a sud, con gli occhi languidi incollati allo schermo, l’inchiostro che mette nero su bianco i luoghi più intriganti…ci si muove (ancora metaforicamente) nell’avventura, ed è come un morbo che ti contagia.