Stamattina una sveglia che freme all’idea di avventurarci per uno dei siti più enigmatici, mistici e incantati del Perù e dell’incredibile mano inca. Machupicchu è là che ci attende, ma il pullman pagato con l’agenzia “Mundo” a quanto pare no.Dalle 7 del mattino siamo stazionati sotto l’hostal ad attenderlo, ma…stile film americano, solo folate di foglie che si arricciano nell’aria e l’eco delle cicale in sottofondo. A quel punto chiediamo soccorso ad una gentile signora all’uscio della porta, che chiama per noi l’agenzia. Arrivano alla fine con almeno un’ora di ritardo, tentando anche di fingere che fossero passati senza trovarci.
Il viaggio di andata di circa 5 ore per Idroelettrica è stata la “traversata dell’orrore”. Essendo già partiti con un bel pó’ di ritardo l’autista ha sfrecciato alla velocità della luce sulla strada fatta di curve, rivoli d’acqua sgorganti dai monti che attraversano la carreggiata e margini stradali inesistenti che lasciavano spazio solo a strettoie e strapiombi sul bel nulla della fitta nebbia galleggiante tutt’intorno. Attimi di panico interminabili, in cui ammirare un panorama degno di contemplazione è stato quasi impossibile. Mi sono sentita più o meno come Ungaretti durante la guerra, molto “attaccata alla vita”. Diciamo che i peruviani hanno una strana concezione della sicurezza.
Quando siamo arrivati, sciolti dall’irrigidimento della paura, abbiamo seguito il gruppo per immetterci sulla strada fatta di binari di Idroelettrica. Prima della marcia ci siam fermati per prendere da bere e l’immancabile fortuna ci permette di incontrare una dolcissima signora, nipote del melchor arteaga, colui che ha condotto alla scoperta del sito archeologico di Machupicchu sulla montagna. Non farci una foto con quest’importante pezzo di storia peruviana sarebbe stato imperdonabile.
Si inizia la camminata fedelmente affiancati ai binari di un treno che non sapevamo se fossero ancora funzionanti o meno. Abbiamo camminato per circa due ore e mezzo prima di giungere ad Aguas Caliente, seguendo un percorso circondato da una foresta selvaggiamente affacciata su di un rio impetuoso e un concertino di animali in mezzo al verde. Che la ferrovia fosse attiva poi non avrei voluto mai crederci se non per il fatto che l’eco di un “ciuf ciuf” da lontano si faceva sempre più tangibile, facendoci realizzare che ci conveniva spostarci dai binari, e un treno blu velocemente ci sfreccia davanti a pochi cm. Questo è il bello del Perù in fondo…in quanto a sorprese non delude mai.
Quando arriviamo ad Aguas Caliente cerchiamo l’ hotel prenotatoci dall’agenzia, ma non avevamo neanche un indirizzo, solamente il nome…e quando finalmente lo troviamo sembra che ci siano stati problemi con la prenotazione non pervenuta. Una cosa è certa: la morale del giorno era quella di ponderare meglio le agenzie a cui affidarci.