LISBONA COI FRATELLI (PARTENZA…E ARRIVO)
Che diluvio per la strada andando verso Napoli. Le gocce di pioggia si schiantano sui vetri della macchina spiaccicandosi sulla visuale. Sono appena le 6 e tutto intorno è ancora avvinghiato nell’abbraccio delle tenebre, persuasivamente sonnolento. La perplessità di avere dimenticato qualcosa parte con noi.
Un viaggio a tratti turbolento ed eccolo qui, dal finestrino dell’aereo il Portogallo è una sinuosa sagoma su cui si disegna sensuale la costa. Per arrivare in albergo dall’aeroporto abbiamo varie possibilità. Metro, tram, aereobus. Insomma una città ben collegata. Uber tra tutte si presenta una valida alternativa, non solo perché ci porta diretti alla nostra meta, ma se non altro perché fortuitamente abbiamo modo di incontrare Ricardo. Il gentile autista che viene a prenderci tramite Uber ci introduce la città splendidamente indicandoci dei posticini da visitare e locali dove mangiare su cui probabilmente non ci saremmo mai soffermati se non affidandoci al suggerimento di una persona locale. Giungiamo al nostro Fado B&B, piastrellato in blu, rifacendosi a quello stile portoghese delle “azulejos”, le mattonelline decorate che colorano le belle case di Lisbona. È una tra le loro caratteristiche, in quel poco tempo in cui respiri la città già ti rendi conto un po’ di quali sono i loro costumi. Che sia l’attitudine al design, le churrasquerie sparse un po’ ovunque dove si griglia carne e pesce, l’odore penetrante del bacalhau.
Il posticino in cui alloggiamo, semplice, accogliente e con una modesta prima colazione inclusa, si chiama Fado B&B, rifacendosi appunto al Fado, a quella musica che lì è spesso suonata nei locali la sera, un componimento tipicamente portoghese, che viene da una tradizione che sa di malinconia, di quel pathos che è dentro le note che si ascoltano. Il dialogo a voce è accompagnato dalla cosidetta chitarra portuguesa, ed è intrinsecamente ed inevitabilmente triste perchè parla di tematiche d’emigrazione, di separazione, lontananza, sofferenza. Dunque il fado, ovvero il fatum, ” destino”, ci ha fatto incontrare lì la signora Cristina, al ricevimento, sempre pronta ad aiutarci. Ci fornisce dei codici per entrambi gli ingressi, il principale e quello della vostra camera, la password del wi-fi, una guida della città, e qualora richiedate anche un piccolo asciugacapelli.
La colazione qui è piuttosto standard: un cesto di pane e due piccoli cornetti vuoti, burro e marmellata e un piatto di formaggio e prosciutto cotto. Poi ovviamente c’è latte, il succo di frutta e la brodaglia di caffè all’americana ( per un espresso meglio uscire al bar).
Nonostante un costoso spuntino all’aereporto siamo ancora piuttosto affamati e usciamo alla scoperta di Lisbona, giusto il tempo di posare le cose in stanza, ricercando cibo.