Non abbiamo mai disdegnato il cibo portoghese, anzi! Ma forse una delle cose che proprio eviterei è di mangiare il cornetto qui. Già non ha l’aspetto del nostro cornetto, si colora di un giallo piuttosto intenso, come fosse fatto con una gran quantità di uova. Beh, si sa che a volte l’apparenza inganna, ma stavolta anche testandolo non ingannava per nulla. In compenso, nella famigerata padaria portughesa, un panificio o bakery qualsivoglia dire, fanno un pane ai cereali buonissimo. Ma approposito di pane, fate attenzione quando andate a mangiare al ristorante, che si sa, ogni posto ha una propria cultura, ed è molto probabile che il pane o piccoli assaggi che portino a tavola si paghino a parte dal coperto.
L’impatto con Lisbona è meraviglioso. Riesci ad interiorizzarla subito, con la sua dinamicità, i colori, i profumi che dai ristoranti esalano trascinando l’olfatto maliziosamente. Splendida la giornata, perfetta l’atmosfera, e in giro c’è aria di web summit, che ci dicono essere un noto evento tecnologico di fama internazionale. C’è dunque un bel tumulto. Primo ristorantino dove ci fermiamo a pranzo è su piena fiducia di Ricardo che ci suggerisce l’O bajeiro. Si mangia principalmente carne, un’altra prerogativa dei portoghesi, ce ne accorgiamo dopo poco. È un ristorante striminzito come molti qui a Lisbona, ma pare che più assomiglino a bettole più si mangi bene. Anche frequentando altri locali ci accorgiamo che qui la carne è servita su una sorta di spiedino gigante che cattura la nostra attenzione. Mangiamo una sorta di carne alla cacciatora, per intenderci, ed è molto saporita oltre che incredibilmente tenera. O sojajeiro è decisamente promosso, per gli amanti della carne chiaramente. Il prezzo decisamente convenient
e, anche se alla fine qui a Lisbona si finisce per spendere dalle 10 alle 15 euro a persona, chiaramente eccetto i locali più esclusivi. Incamminandoci pian piano dalla zona di Cais do Sodré dove siamo, giungiamo fino al centro storico nella zona del Chiado. Percorriamo il lungo mare che brilla con la luce del sole e sfavilla di gente.
Nella top ten dei posti dove abbiamo mangiato c’è di sicuro “Chimarrao”, un grande ristorante bandito di un buffet ricchissimo di tutto, che può mettere d’accordo soprattutto se si è in un gruppo di persone con diversi gusti in fatto di cucina. Qualità e prezzo si equilibrano alla perfezione. Andateci affamati, che con soli 11 euro a persona mangerete l’impossibile e dovrete a malincuore dare un secco rifiuto al cameriere che per l’ennesima volta si presenterà a
l tavolo con un grosso spiedino di carne di ogni inimmaginabile parte del bovino pronto a finire nel vostro piatto ormai colmo quanto il vostro stomaco.
Attraversiamo anche il Mercado de Ribeira, tappa piacevole ma non categorica, dal momento in cui si mangia cucina internazionale, più che locale. Tuttavia proprio lì c’è una nota Pastéleria dove proviamo i famosi Pasteis de Belem (o Pasteis de nata). Fanno solo quelli e tu puoi affacciarti nella cucina a vetrata dove i bianchi pasticcieri intenti stanno lavorando l’impasto e preparando la crema. È un piccolo cestino di pasta sfoglia ripieno di una crema intensamente gialla (una specie di crema pasticciera), il tutto servito con una spolverata di zucchero a velo o cannella. Per i golosi è un must, un piccolo peccatuccio da concedersi, d’altronde leggenda vuole che siano stati inventanti dai monaci, quindi sarete perdonati.
ALTERNATIVA VEGAN/ VEGETARIANA.
In un angoletto decisamente più nascosto, lungo Rua das Chagas, nel quartiere di Cais do Sodré, si scorge un’insegna in legno con su scritto “vegan friendly”. È il Sanskar Nepal, un ristorantino indiano/ nepalese. A primo acchitto magari non ti invita ad entrare, ma è uno dei migliori ristoranti dove abbiamo mangiato a Lisbona. E intendo un connubio tra ospitalità, simpatia e buon cibo. Se siete fortunati incontrerete un cameriere nepalese di nome Siba, che sa come prendersi cura del cliente e detiene il tesoro di una particolare cortesia e un’immensa pazienza a svelarti ogni arcano mistero di un menù che, magari, per noi occidentali risulta un po’ criptico.
Il menù è davvero vasto, basta prendersi un po’ di tempo in più per studiare o farsi aiutare dal buon Siba che saprà come consigliarvi. Da provare il chicken Marsala o il chicken chilly per chi ama il piccantino. Hanno differenti tipi di pane cotto nel tipico forno tandoori, che vale la pena di provare. Zuppe, verdure, pollo, agnello e gamberi cucinati con svariate salse, spezie, contorni. Insomma chi ha già provato la cucina indiana può farsene un’idea. Concludiamo il pasto, saturi come palloncini in via d’esplosione, con l’ossimango. Come fosse il nostro limoncello, fatto con mango e yoghurt. Perfetto per rinfrescare la bocca in fiamme dopo il piccante pranzetto.