Il risveglio a Puno è stato strano e controverso. Nessuno di noi due aveva mai dormito in camerata. Per me non era un gran problema, ma per un donna immagino sia più complesso.
Save comunque si è subito organizzata e per recuperare tempo, dato che il bagno era costantemente occupato, si è vestita sotto le coperte!!! La colazione nell’hostal economico ma funzionale “Pirwa” (20 soles a posto letto) era inclusa e ricca. Prepariamo i bagagli e ancora indecisi se rimanere a dormire a Uros, Amantanì o Taquile, li lasciamo nel deposito dell’ostello e ci dirigiamo al porto per 2 soles su uno dei tanti moto taxi che in questa città o sono nuovissimi o piuttosto scassati.

Arrivati al porto ci rendiamo conto che anche se sono solo le 9.00 è abbastanza tardi per tutto. Sinceramente a quel punto sia io che Save abbiamo pensato che viaggiare in gruppo è complicato, e che se fossimo stati soli sicuramente avremmo chiesto prima. Mentre pensavamo a questo una sorta di smentita cade sulle nostre teste. I compagni di viaggio argentini tra una cosa è l’altra spuntano un prezzo di 68 Soles a testa per una gita privata in barca a Uros e Taquile, ingressi inclusi (8 soles per isola).

Partiamo alla volta di Taquile che è più lontana, con una barca lentissima e accompagnati dal ronzare rumoroso del suo motore. Il viaggio in un’ “autostrada” d’acqua _DSC4796delimitata dalle canne che vengono utilizzate per costruire barche e case galleggianti, è davvero difficile da descrivere. Il paesaggio è onirico e il lento andare lascia spazio a pensieri reconditi. Questo forse è stata la causa della distrazione che ha portato tutti noi, a fine giornata ad essere più o meno ustionati dal sole!

Arrivati a Taquile, la guida ci spiega il “comunismo” che vige nella comunità che conta 700 famiglie (2000 persone circa). In pratica tutti i lavori svolti sull’isola, dalla vendita dei prodotti artigianali, al ristorante comunitario che c’è fino a tutte le barche che portano in questo luogo vanno a rimpinguare le casse della collettività. Una grande cooperativa con a capo una sorta di alcalde e 25 persone che formano un consiglio “di saggi” che dura un anno è invece il sistema amministrativo che viene adottato.

IMG_8396La visita consiste nel valicare l’isola ascoltando ciò che la guida racconta e anche per questo tipo di escursione è consigliabile partire il più presto possibile, altrimenti bisogna andare a passo svelto, e sia l’altitudine che le lunghe stradine in salita mettono a dura prova il fiatone!

In cima c’è una piazzetta e tante bambine che cercano di venderti qualcosa per mezzo Sol._DSC5305 Tappa obbligata: il ristorante comunitario dove si mangia una buona zuppa e per secondo una Trucha alla plancia per soli 20 Soles. Subito dopo si riparte per la restante parte del cammino. Le persone del posto non sembrano voler interagire troppo se non per vendere qualcosa. Difficile capire se dormendo sull’isola si riesce a “ricevere” qualcosa in più dalla loro cultura. Pare che vogliano tenere la parte più vera del loro costume lontano dal turista, ma al contempo hanno messo a punto un teatrino per sfruttarlo. Questo ci induce a desistere dall’idea di dormire sull’isola.

Di ritorno la fermata a Uros. Intanto il tempo si è imbruttito e il freddo vento del lago vi assicuro non è piacevole se non ci si copre adeguatamente. Su una delle tante isole galleggianti dell’arcipelago di Uros ci attende un signore che ci spiega come queste isole galleggiano e poi….subito una visita ad una capanna spoglia con teli finemente ricamati a mano, frutto del lavoro della signora che qui vi dimora e… forse nota un po’ stonata, lì nel mezzo del manifatturiero, una bella TV! _DSC5369 Sinceramente credo che ormai questi villaggi possano essere considerati solo come enormi musei fatti non di reperti ma di persone e non so per quanto tempo esisteranno ancora. Detto ciò, ovviamente la visita si deve fare perché è comunque l’unico modo per vedere di persona come questi popoli vivevano tempo fa. Al ritorno in città io e Save decidiamo di dividerci almeno con la stanza, dai nostri amici. Cambiamo ostello (Nester), spartano e con doccia rigorosamente di acqua fredda. Faccio un salto a prendere il pc che ci aveva abbandonato causa un problema di alimentazione e pur trovandolo perfettamente funzionante nell’hardware, uno sbalzo di tensione ha sballato il file di registro rendendo quasi tutti i programmi inutilizzabili. Cena con gli amici e a letto presto perché il giorno successivo nessun tour…andremo da soli!!!