Purtroppo partire alle 8 del mattino per Puno ci fa perdere l’intera mattinata. Il taxi ci porta al terrapuerto dove sfruttiamo l’anticipo per fare colazione, dopo aver capito dov’era la nostra rampa del bus.
Nell’attesa incontriamo due italiani di Viterbo, ma il discorso più bello lo intratteniamo sul bus durante il viaggio, quando con un gruppo misto di peruviani ed argentini si apre un dibattito sulla politica internazionale e sui costumi, constatando solo un’immensa verità: che la bellezza risiede nella diversità.
Il bus impiega un lasso di tempo molto più lungo di quello previsto e il viaggio diventa una tortura cinese, perché prendere un pullman meno confortevole è vero ti fa risparmiare, ma tra fermate clandestine, miasmi provenienti dal bagno al piano inferiore e finestrini inapribili che concedono una sauna gratuita…ci sono solo da tirare le somme. Per fortuna il confronto multietnico fa sì che il tempo scorra più in fretta e tra una chiacchiera e una risata, un selfie coi nuovi amici, tanta fame (sarà perché l’altura si fa più concreta) e paesaggi bucolici arriviamo a Puno.
Non sciogliamo la compagnia una volta scesi dal bus, anzi ci muoviamo compatti, come naufraghi in cerca di un alloggio. Si sa che l’unione fa la forza, e con non troppa difficoltà troviamo un’ “habitacion” per 8 persone (noi eravamo in 7) per 20 S ognuno. È una nuova esperienza che ci dimostrerà come riuscire a condividere e rispettare le esigenze degli altri sia null’altro che una nuova prova a cui far fronte, ma la fortuna non manca mai perché sono persone così dolci e per bene che non risulta troppo difficile.
Sistematoci ci rendiamo conto che ci sentiamo più scombussolati per l’ardua traversata in bus che per l’altitudine (siamo a più di 4000 metri). L’elevata altezza a cui si trova Puno ci porta ad un freddo molto più pungente durante la sera (c’è una consistente escursione termica tra il dì e la notte), ma in compenso durante il dì il sole scotta e le nuvole sembrano densi gherigli “ovattosi”. Quasi fossero palpabili a mani nude.
La cittadina è carina, essenziale, con la sua Plaza de armas come in ogni città peruviana. Si contraddistingue per il folclore al quale è particolarmente legata, che la etichetta. Infatti detiene il primato di città più folcloristica del Perù. Non a caso appena usciamo per la cena coi nostri amici argentini e le due ragazze equadoriane, nella Plaza stanno orchestrando prove per un’importante manifestazione, quella della candelaria.
A Puno è zeppo di menù turistici nei ristoranti, propongono più o meno tutti la stessa cosa al prezzo medio di 18 S, includendo alcune scelte tra una zuppa, una portata principale, una bibita e un dessert. Spinti dal gruppo verso questa scelta, ci lasciamo cadere di proposito nella rete di uno dei tanti accalappiatori di turisti e ci intrufoliamo per la cena. Non si mangia male e la compagnia è molto vivace, ma siamo talmente cotti dal viaggio che abbiamo bisogno di ricaricare le batterie.