Cochi è una cittadina colorata e dinamica, e al contempo genuinamente peschereccia, collocata in zona portuale.
E’ facile raggiungerla anche se alloggiate nei pressi di Alleppey, fittando facilmente e ad un prezzo modesto uno scooter per tutto il giorno.
Il viaggio in scooter (considerate che in un giorno abbiamo percorso più di 100 km) è proprio quello che ti inietta dentro lo spirito dell’esploratore.

Il vento caldo tra i capelli imprigionati da uno pseudo turbante improvvisato (teoricamente è necessario che solo il guidatore indossi il casco) e il calore del sole che diventa tangibile solo quando ti fermi.
Verde, blu, poi verde e blu insieme, coesistono in un dipinto perfetto.
Fate tappa obbligata lungo un ponte dove ai due estremi si aprono ampie come ali di un volatile, reti da pesca, sostenute da palizzate di legno e sospese, leggiadre e inconsistenti come sogni incompiuti su quel lembo di mare.

A quante pare sono cinesi di origini, chiamate “Cheena Vala” e si può dire siano simbolo di Cochin per quanto sono attrattiva turistica, per la loro innata, inspiegabile eleganza.

Si dice siano state portate qui proprio dai portoghesi di Macao (una volta colonia portoghese).
Proseguite lungo la strada non senza buttare un occhio intorno, fermatevi a simpatizzare con dei pescatori che stanno ricucendo le loro rosse reti da pesca, a ridere con una camionetta di studentesse indiane dalle treccine coi fiocchi blu, che si acquattano timide per sfuggire ad una foto. Infine strizzate gli occhi al tramonto, quando gli ultimi raggi di sole filtrano tra le palme e vi puntano dritti addosso come un laser sottile.

Tra una laguna d’acqua e l’altra, circondate da piantagioni di palme, lembi di terra ti permettono di avvicinarti al silenzio della natura, tanto da farti maturare l’idea di rimanere lì, in un attimo senza fine.
E quando pensi che la giornata sia giunta al termine, un gruppo di giovanissimi avvenenti lottatori di kung fu si stanno allenando col loro maestro dentro una stanza appena abbozzata, lungo la strada del ritorno verso Marari. Sono felicissimi di vederci e di profondere i loro sorrisi dal rarissimo entusiasmo, nelle loro tutine nere, mentre replicano la tecnica di animali selvaggi nel corso della loro performance che sa di tenero e di roseo.
