Jaipur, la città rosa, è più ricca e sviluppata rispetto alle altre città del Rajasthan. Questo perché gran parte della produzione artistica e dell’artigianato è qui concentrata.

In questa perla rosea sono raccolti alcuni tra i più bei monumenti storici, e spesso nella restaurazione dei tali viene impiegato il laborioso impegno degli artisti locali.

Jaipur è viva più che mai e col cielo ipercolorato di aquiloni fluttuanti.

Per le strade, tra i tetti delle case, i ragazzi pilotano i loro rombi di carta, la gente è in festa, un barbiere a cielo aperto spennella la barba, e fili di aquiloni si attorcigliano ai piedi come trappole per topolini. Profumo di arachidi tostate su un soffice letto di cenere e di uova fritte sposate col pane in cassetta.

Tutto si mescola a creare un unico sapore, che sa anche di pollerie che scuoiano galline a porte aperte, di attraversamenti pedonali invalicabili, di venditori d’abiti e autisti di risciò che ti accerchiano come un leone in gabbia.

Tappa relax:

Lungo Amer road, mentre si fa sera, fermatevi al tramonto sul Wind Palace Café, che si specchia proprio di fronte al più suggestivo palazzo di Jaipur, il Wind Palace.

Una volta che lo avrete ammirato dal basso, voltatevi indietro e vedrete una stretta scalinata che sale. Intrufolatevi e salite fino in cima. Sorseggiate un buon caffè, o un cappuccino che profuma di cannella, mentre attorno a voi si accendono le mille luci volanti delle lanterne cinesi e i fuochi d’artificio spruzzano di vita il sipario buio della notte appena calato.

Wind Palace:

(ingresso 200 rupie a persona)

Dietro le trame a nido d’ape delle finestre del Wind Palace, senti ancora il respiro delle mogli del re, che si affacciavano qui ad osservare la vita che si svolgeva aldilà del Palazzo.

Tutto era stato costruito per loro, di modo che, attraverso i passaggi sotterranei, potessero arrivare fin qui dalla Corte senza essere viste, e trascorrere la giornata senza veli sul volto. Finalmente libere. Loro vedevano al di fuori, ma nessuno da fuori poteva vederle.

Sul pavimento magnifici arcobaleni creati dai riflessi delle finestre ed una stradina senza scale conduceva ai piani superiori. Le mogli erano molto pigre, non amavano le scale e venivano spesso accompagnate con la portantina.

Il nome del palazzo è dato dal fatto che, grazie al sistema di ventilazione che qui si creava, era agibile in qualunque stagione.

La visita interna è solo un tassello per completare, ma la facciata è il pezzo decisamente imperdibile.

Amber fort:

(ingresso: 500 rupie a persona)

Il terzo muro più lungo al mondo, striscia come un serpente per ben 21 km.

Costruito sotto il regno del penultimo dei re della dinastia Mogul, questo Forte è una combo perfetta, architettonica e di stile. Rispecchia un’epoca di apertura religiosa in cui islamismo e Induismo convivono nello spirito stesso del complesso. Colonne di marmo bianco si fondono a quelle in pietra rossa, capitelli dalle sinuose figure di elefanti (induismo) si adagiano su basi floreali (islamismo).

Ogni cosa gode di una pacifica essenza, fino a che il figlio del re, di religione musulmana, detrona il padre, sbattendolo in prigione.

Oggi, le parti deprivate e i muri stinti sono frutto della volontà di quest’ultimo di cancellare le tracce dell’induismo che il padre aveva, invece, inglobato nel suo nobile progetto.

Due entrate conducono a corte. La porta della luna, sul versante occidentale, era la via d’accesso del popolo. La porta del sole, su quello orientale, era l’ingresso del re e degli ospiti importanti.

Sull’uscio di una porta superbamente dipinta, l’immagine di Ganesha invita ad entrare.

Due colori emblematici si ribadiscono più volte: il giallo, il colore del re e il rosa, il colore dell’ospitalità.

La veduta apre su splendidi giardini floridi, divisi a quattro quadranti ognuno.

Due versanti contraddistinguono la sala degli uomini, ridondante di specchi luminescenti, e quella delle donne, dalle decorazioni blu su di una pietra che sembra marmo. Un atavico sistema di aria condizionata scorre lungo un canale sul pavimento.

Il Forte fu abbandonato per problemi di approvvigionamento idrico, ma la sua bellezza rimane un regalo immortale.

Stepwell:

Prima di salire al forte, si può visitare gratuitamente il singolare stepwell di Jaipur. Molti degli stepwell in India erano utizzati per l’approvvigionamento di acqua durante i periodi di siccità, ma questo, a quanto dice la guida, era utilizzato all’epoca come una sorta di “piscina dell’arostocrazia” .

Un triangolare intreccio di scale si dipana verso giù. Le rampe convergono e divergono, in un plastico gioco di luci.

Se chiudi gli occhi per qualche istante ed apri il cuore, una giovane donna dagli occhi scuri e il velo rosso scarlatto, seduta sull’ultima delle interminabili scalinate del pozzo, sta coi piedi a penzoloni nell’acqua e i pensieri intenti.

Osservatorio astronomico (Jantar Matar) :

Diversi anni or sono, quando gli orologi non erano neanche un’idea lontanamente covata, astronomi geniali costruivano strumenti geniali.

Jantar Mantar è una particolarissima attrazione turistica. Fermate gli orologi e compite una piccola involuzione. Con l’aiuto di una bella giornata di sole e dell’ombra che si genera, guardate il vostro orologio “un po’ datato” su di grandi archi di marmo a mezza luna con linee dei minuti e dei secondi, uno per la mattina, l’altro per il pomeriggio.

Dall’ altro lato il medesimo sistema orario, di maggiori dimensioni, ha un’architettura incredibile, a triangolo scaleno.

Nel mezzo, un sistema di comprensione astronomico per leggere le costellazioni si compone di sue parti distaccate di uno stesso puzzle, l’una il completamento dell’altra.

Alle spalle, strutture identiche tra loro simboleggiano ognuna un segno zodiacale. Pare che trovarlo e farsi un selfie col proprio segno dello zodiaco porti fortuna. Chissà cosa ne pensano le stelle…