Il tempio dei ratti:
(ingresso gratuito, 30 rupie per scattare foto)
La sola idea fa rabbrividire i rattofobi (passatemi il neologismo), e perfino una che i ratti li trovi carini. Ma a guardarli da lontano è ben diverso. Chiudete gli occhi, fate un bel respiro e non negatevi il piacere di camminare a piedi nudi (coi calzini eventualmente) pestando i pavimenti zeppi di granuloso cibo per topi, ascoltando il loro squittio mentre bisticciano, avvinghiandosi gli uni agli altri. Percepite lo zampettio rapidissimo e vedeteli materializzarsi d’improvviso, coi loro occhietti neri languidi. Alcuni stanno condividendo una grande ciotola di latte, scrollandosi di tanto in tanto le gocce dai musetti lunghi e baffuti. Dopo qualche minuto sembri perfino rilassarti, i battiti decelerano e lo stato iniziale misto tra ilarità nevrotica e latente bisogno di imprecare si trasforma in minuzioso studio dei graziosi animaletti. È un’esperienza assolutamente da provare. Anche solo per poter dire a se stessi “l’ho fatto”.
Bikaner fort:
(ingresso: 300 rupie a testa)
All’entrata di Bikaner fort ancora una volta rimaniamo perplessi del motivo per cui continuiamo a chiamarla “fila indiana”, ció che gli indiani stessi non sanno cosa sia.
Bikaner fort è una fortezza che racchiude, all’interno delle sue incantevoli mura, sette templi giainisti, ognuno coi suoi impronunciabili nomi, ognuno coi suoi caratteristici motivi ornamentali, con quella cura per il particolare che è quasi imbarazzante. Perdetevi in mezzo ad un ricorrente blu, rosso, oro…i fiori, tantissimi fiori, un tempio dal soffitto dipinto di nuvole e saette, un altro con donne eleganti dalle lunghe collane di perle dipinte che puoi toccare in rilievo.
Per arrotondare un po’ qui sono disposti a tutto, per cui è molto facile che una delle tre guardie vigilanti al piano di sopra vi apra l’accesso ad una porta chiusa. Questa immette in un corridoio dalle pareti traforate a rete ricoperte di vetrini colorati che riflettono all’interno un caleidoscopio magnifico.
Il Forte è annoverato tra le cose da vedere assolutamente.
Miniatur Art:
Sempre a Bikaner, in un modesto edificio bianco con l’insegna “Miniatur Art”, l’amico Annan è seduto ai piedi di una bassa scrivania, accerchiato da dipinti di miniature, rappresentanti spesso donne, elefanti, riproduzioni dal senso religioso, pavoni (animale sacro in India; chi uccide un pavone finisce in carcere).
Sedetevi di fronte all’accomodante e gentile Annan e godete del piacere di rimanere esterrefatti di fronte ad un arte che infonde curiosità e bellezza.
Prendete la lente di ingrandimento sul tavolo e smarritevi nel labirinto di dettagli curati con minuziosità, spesso con un’interessante tecnica di tratteggio mostrataci al momento.
Piazzate la vostra mano sul tavolo ben ferma mentre Annan vi mostra come disegna un esempio di miniatura sulla vostra unghia. Quella di Annan è la sesta generazione della stessa dinastia che dipinse all’interno del forte. Ha ottenuto nel 2002 il guinness dei primati come più piccola miniatura con maggior numero di animali all’interno.
Gli alberi, un soggetto nuovo rispetto ai soliti, sono quelli che più intrigano. Ad ogni modo, non potete non innamorarvi di quest’arte.
Dove alloggiare:
Hotel Sagar
Quest’albergo a Bikaner è davvero oltre le nostre aspettative. Bellissimo nell’architettura, affascinante nello stile. Come molti alberghi qui, è costruito attorno ad un atrio centrale aperto dov è collocato il ristorante coi tavoli spalmati su di un pavimento a scacchi. Giungendo alle camere sui piani superiori, una suggestiva facciata focalizza su una scalinata che si dirama a zig zag, rendendo tutto più scenico.
Il ristorante, anche se i prezzi possono essere leggermente sopra la media dello Street food, è consigliato. Ha buon cibo ed un servizio attento, non facile da trovare in India.