Il secondo giorno al Lago Inle decidiamo di prendercela con più calma e prenotiamo un mototaxi per andare a vedere la winery a meno di mezz’ora da Nyang Shwe. Prenotiamo con un agenzia del posto, “Peter agency”, per il prezzo ( probabilmente contrattabile, visto che la tratta non è troppo lunga) di 12.000 kyat totali. Un anziano uomo ci porta all’inizio della strada in salita per la winery, su di un motorino a cui sono stati attaccati due sedili per passeggeri, che non sembravano troppo stabili per reggere il nostro peso, soprattutto nel valicare i vari dossi lungo la strada.
Di lì in poi una bella salita porta alla meta, lungo la quale sfrecciano le biciclette di ritorno, accompagnate dallo stridente ronzio dei freni.
Alla fine della salita, sulla sinistra, delle scalinate (dopo aver passato all’interno di un ristorantino) portano in questa piccola locanda con tavolini, su di un terrazzo coperto, che affaccia sulle piantagioni e la flora circostante e ti lascia godere della pace.IMG_3978
Per 5000 kyat ti portano una degustazione di quattro vini, due bianchi e due rossi, insieme ad una piccola ciotolina di immancabili arachidi tostate ( qui spesso le offrono, anche prima di un pasto).
Abbiamo apprezzato più i due vini bianchi che i rossi, che non ci hanno fatto impazzire. Ma dal momento in cui essendo sotto IMG_9100antibiotici non potevamo neanche bere troppo alcool, eravamo andati lì più che altro per goderci l’atmosfera e il tramonto, qualora le nuvole ci avessero fatto la grazia. In ogni caso, andare in una giornata di tempo bello a contemplare il tramonto da lì è sicuramente una bella fuga fugace dal centro abitato.
Tornati a Nyang Shwe, siamo in fase di decisione per dove andare a cenare. Siamo un po’ più spaventati sul cibo questa volta, rispetto ai viaggi passati, dopo l’infezione alimentare presa da Vito. Purtroppo non è proprio un paese che può definirsi pulito il Myanmar, tra spazzatura che naviga e giace un po’ ovunque, acque nere stagnanti e tutto il resto. Ma il vero problema non è neanche questo. Il vero problema è che siamo noi che non siamo abituati ai loro batteri, anche perché la gente locale mangia di tutto, lava i panni e si lava essa stessa nelle acque nere del lago.
Alla fine finiamo in un posto molto carino, coi tavolini sia interni che esterni. Si chiama img_9118.jpgOne Owl, a tema proprio di gufi. Ibrido di uno stile moderno sposato col grezzo legno, si presenta sotto forma di pub, ben arredato e con luci calde e soffuse. Sulle pareti un lungo specchio che apre una seconda realtà visiva del locale, non troppo grande ma spazioso, e che offre piatti alternativi rispetto ai soli ripetitivi, tipici locali. Zuppe, hummus, IMG_9166hamburger e spiedini di carne, in uno stile molto personalizzato che non ci dispiace. I prezzi variano in una media che va dai 4000 ai 7000 kyat.