GUEST HOUSE:
Shannkalay: 12 euro a notte, camera doppia. Situata nella zona della Downtown di Yangon, nella 49th street, nei pressi di un mercato, da lì pochi metri, che sa di primigenio (dove le carni vengono affettate in modo piuttosto ferino con dei rozzi coltellacci con la lama a forma d’ascia).
Lavorate bene con lo sguardo per individuarlo, perchè non ci sono insegne che lo segnalano. Vedrete solo un ingresso di scale, accanto ad un piccolo alimentari di frutta e verdura. La modesta reception è riccamente adornata in legno, con statuette varie a cavalcare il bancone e affisse qua e là immagini probabilmente degli spiriti Nat. Appena sulla destra un balconcino affacciato sulle dimore silvestri che caratterizzano la zona. C’è qualche sedia con banchetti di legno a muro che si aprono all’occasione per riporvi cibo e bevande. Sedetevi e godetevi un aperitivo all’aria aperta. In fondo al balconcino un frigorifero dove conservare ciò che si vuole.
Stanze: piccoline, ma pulite. Senza finestre, ma in compenso un condizionatore che funziona molto bene. Ampio letto matrimoniale e bagni condivisi in fondo al corridoio.
A disposizione, nel corridoio, è posto un distributore di acqua depurata.
Meglio chiedere, per il cambio asciugamani o quant’altro, soprattutto per chi è abituato che tutto avvenga in maniera automatica.
Se vi capita, chiedete di Paw Paw, il dolcissimo proprietario, molto disponibile e pronto ad aiutarvi.
DOVE MANGIARE:
Lucky Seven: Prezzo medio colazione per due persone: 4000 kyat. Situato sulla 49th street, è una vasta casa da té, che ospita molta gente del posto, sparpagliata tra i tavolini dentro e fuori il vialetto, separati da grossi vasi con piante dalla stradina principale. Chi frettolosamente, chi con la calma dovuta, è seduto su di questi tavolini a sorseggiare del té, già pronto e caldo in un termostato. E’ maggiormente luogo da colazione, ma si può ordinare un po’ di tutto dal toast con uova alla zuppa di noodle.
Sei in mezzo ad un frenetico via vai di giovanissimi e numerosi camerieri. Mentre aspetti tranquillo ciò che hai ordinato, iniziano ad arrivarti a tavola degli assaggi di sorte di fagottini ripieni. Per quanto si possa trovare inusuale mangiare un dolce farcito con crema di fagioli, bisogna spesso ricredersi.
Lotteria: ( prezzo medio cheeseburger: 3100 kyat). E’ una catena (tipo Mc Donald) che si trova in Maha Bandula Road.
Un buon cheeseburger, ottima variante da gustare in alternativa al reiterato riso onnipresente.
Mr.Chef: Piatto medio: tra i 4000- 5000 kyat. E’ un posticino sistemato, situato in Sule Pagoda Road. Anch’ esso, scopriamo essere una catena coreana, dove poter mangiare cibo locale e coreano. Da provare il pollo al cocco.
Poi ti giri attorno e con lo sguardo scorgi una coppia di uomini che mangiano in due da un pentolone posto al centro del tavolo con una fiamma che lo scalda sotto, in cui bolle un brodo. Accanto a loro, appartati, tutti i condimenti. Ed è solo alla fine che ti rendi conto di non averlo individuato prima sul menu’. E’ l’Hot pot couple set, che sembra essere gustoso e divertente al contempo. L’espresso non è ancora dei migliori che abbiamo provato finora, si può desistere.
Kudos Bakery: i prezzi sono già leggermente più alti, considerando che la Bakery è piuttosto suggestiva nel suo design e in ciò che offre, dal dolce al salato. (mediamente dai 2000 ai 3000 kyat al pezzo. Caffé: 1500 kyat)
Appena entri un bancone illuminato al centro della saletta nell’atrio fa da culla ad una serie di morbidi panini, che salati o dolci a volte neanche li distingui. Sulla sinistra una scaletta porta sopra un soppalco con ringhiera in legno. Qui su dominano giallo e verde a strisce, piccoli tavolini tondi e moderne panchine in pelle sotto luci soffuse.
Se dopo giorni di astinenza, siete alla ricerca di un bel cappuccino come l’acqua nel deserto, Kudos è un ottima fonte a cui attingere.
Un giovane staff di predominanza femminile è accogliente e disponibile.
Thai 47: (Piatto medio: 4000- 5000 kyat) All’incrocio tra Anawrahta Road e la 47th street, è un ristorantino di cibo thailandese ben allestito. L’ingresso a vetrata apre in una sala con un bar centrale e grandi tavoloni con grandi sedie, che in due sembra fin troppo vuoto.
Il pad thai, il piatto thai per antonomasia, non è eccezionale. Meglio optare per un Khao Phad.
Per gli amanti della birra, potete vedervi già lì a leccare i baffi dalla schiuma di una buona birra alla spina (3500 kyat, grande).
LUOGHI DI INTERESSE:
Shwedagon Paya: Ingresso: 10.000 kyat a persona. Leggenda vuole che questa meraviglia dorata abbia la bellezza di 2500 anni. Eppure gli archeologi la daterebbero i tempi più recenti, tra il VI e il X sec.
Come vuole sempre la leggenda, la pagoda ha origine dall’incontro di due mercanti con Gautama Buddha, che donò loro otto dei suoi capelli da portare in Birmania. Quando costoro li portarono sulla collina Singuttara, dove erano già presenti le altre reliquie dei Buddha e li cacciarono dal cofanetto dov’erano riposti per conservarli…accade l’impossibile.
La terra tremò, i sordi iniziarono ad ascoltare e i ciechi a vedere etc, etc…
Nonostante lo nasconda bene, la Shwedagon Paya è anche veterana di diversi devastanti terremoti che nel corso dei secoli l’hanno vista danneggiata e ricostruita, fino a raggiungere l’altezza di 98 metri nel XV sec.
Sule Pagoda: L’ingresso è gratuito, a parte il deposito delle scarpe. Anche se leggendo online pare l’ingresso sia a pagamento, e ciò ci lascia un pochino sconcertati. Che abbiamo fatto gli infiltrati gratuitamente senza neanche accorgercene? o semplicemente hanno adottato una diversa politica? Questo rimarrà, per ora, un mistero di Buddha.
L’intramontabile, incontraddicibile leggenda vuole che la Sule Pagoda sia ancora più datata, ovvero vecchia di 2600 anni. Sularata è il nome dello spirito nat che qui vi abita. Si narra che l’anziano nat appena citato aiutò il re dei nat, Okkarata, a ritrovare le reliquie dei Buddha collocate sulla collina Singuttara, delle quali aveva dimenticato il posizionamento.
La Sule Pagoda ha rivestito storicamente un importante ruolo politico, essendo stata luogo di incontro per diverse rivoluzioni o proteste.
A metà del XIX sec. il luogotenente dell’esercito britannico, Alexander Fraser, la designò a centro della città.
Oggi la Sule Pagoda è al centro di una rotatoria dove si svincolano strade imbottite di traffico. Ecco perchè il cavalcavia che, nonostante tutto, trovo di una bellezza ispirativa e che, oltre ad essere un semplice passaggio pedonale, diventa un punto osservatorio e romantico dal quale contemplare la celebre pagoda che si trasforma sotto le luci delle diverse fasi del giorno.
DA NON PERDERE:
Dala: E’ un villaggio, aldilà del fiume di Yangon. Proprio alla fine di Pansodan street, attraversando il cavalcavia, troverete il punto di partenza dei traghetti per Dala.
Il traghetto impiega tutti i cinque minuti per attraversare quel breve tratto che ti permette di arrivare sull’altra sponda del fiume: è più il tempo per fare il biglietto e imbarcarti che altro.
In teoria dovreste trovare un taxi e magari una guida, una volta arrivati dall’altro lato.
Ma se avete modo di predisporvi già prima di prendere il traghetto è più facile trovare una buona occasione. Se incontrate, poi, una giovane ragazza in carne, dai lineamenti indiani e gli occhi grandi, di nome Giù Giù, non lasciatevela scappare.
Il costo, dunque, varia a seconda dell’affare che riuscirete a fare.
Ma andare con una buona guida, una persona vera, fa davvero la differenza. Qualcuno che sa come e dove muoversi, vi farà da Cicerone, trasportandovi, oltre che semplicemente “portandovi”, in un’esperienza unica nei villaggi oltre fiume, e facendovi da traduttore.
Dala e Twante sono i due villaggi imperdibili. Non è solo turismo, ma è il sorriso dei bambini impastati di terra, che tendono le loro manine nere come il carbone. Sono le persone a cui la povertà riempe l’anima di bellezza.
Mwe Paya: (ingresso gratuito) Situato a Twante, questo tempio giace nel mezzo di un laghetto, raggiungibile da una serie di ponti che formano una croce verso il corpo centrale dell’edificio. Perfino per coloro che non simpatizzano coi serpenti, potrebbe rivelarsi una tappa da provare. Mwe Paya è anche conosciuto come il “tempio dei serpenti”. Non a caso, gli ospiti irremovibili di questo tempio sono dei grossi pitoni arrotolati placidamente sulle mensole poste sopra le finestre o tra i rami di un albero che fiorisce al centro della saletta interna del luogo sacro.
Conducono la loro eterna vacanza in questo tempietto costantemente sorvegliati dalle monache. Ci dicono che questi rettili seguono una particolare dieta di riso e latte, una sorta di dieta “vegetariana”, per renderli docili con gli uomini. Sta di fatto che i serpenti sono estremamente sacri in questo paese, e non sia mai se ne uccida uno, gli spiriti nat potrebbero mandare qualche tremenda maledizione.
Circle line: (200 kyat) La Circle line è un vecchio treno, molto lento, che stile moviola, percorre un lungo giro per tutta Yangon. Scenari cittadini intercambiati a quelli campagnoli scorrono come la proiezione di un film a pellicola, che ogni tanto balla ai singhiozzi del treno sulle rotaie. L’esperienza della Circle line prevede di prendere il tren
o al mattino presto, intorno alle 5. Sono due i motivi: il più banale è il recupero del tempo impiegato qui, il secondo riguarda l’incontro della gente locale, che usufruisce di tale mezzo di locomozione per andare di buon mattino a fare il mercato.