Per chi vuole dormire nel Villaggio, tenendo presente che le capanne sono davvero spartane, ci può scrivere via mail o su instagram, vi forniremo il contatto di Danson, il figlio del capovillaggio.
I Masai, atavici guardiani della zona, dimorano nei loro villaggi disposti ad anfiteatro. Recano sulle spalle la responsabilità di un passato che li dipinge come indomiti guerrieri.
Rudi, senza paura e pronti ad affrontare un leone a mani nude. Ancora vivono di rituali ben scanditi. Fasi di transizione che affermano la loro presenza nella comunità.
È come godere di un teatro all’aperto; in fondo è una rappresentazione più fedele al passato che al presente, ma che delinea la cultura Masai col giusto orgoglio delle tradizioni.
E allora saltate insieme ai Masai, come caricature sospese sullo sfondo di un cielo torbido di nuvole, anche con la consapevolezza che non sia per conquistare la vostra donna, come si era consueti fare. Ma prendete lo stesso la spinta e saltate più in alto che potete.

Dopodiché fatevi avvolgere dai loro canti gutturali, pieni di note vibranti, che toccano più del solo senso uditivo. Sembrano percuotere anche le membra, come uno stimolo ineccepibile.
Vi porteranno al centro del villaggio, composto di umili abitazioni dove il capo della tribù sceglie con quale delle numerose mogli andare dormire. Una poligamia ancora vigente, che lascia tuttavia oggi spazio a chi, come Danson (giovane Masai che ci guida nel villaggio), decide che una moglie sia più che abbastanza.




Un gruppo di gracili ragazzi dalla pelle bronzea su cui spiccano i colori dei gonnelloni tipici, vi darà dimostrazione di come appiccare un fuoco con la sola frizione continua di due pezzi di legno di Ulivo rifiniti.
L’impegno è doppio, perché la riuscita della loro dimostrazione sarà stavolta un modo per convincervi ad acquistarli e ritentare la loro impresa. Il passo successivo è condurvi ai loro mercatini di costosa beneficenza. Ma tutto dopo essere stati nelle loro case di terra compattata. Ed eccovi trapassati come sostanza informe dal pomposo fumo che inonda la casa mentre la mama prepara il porridge in un grezzo pentolone adagiato a terra, sul fuoco.
Tutto é offuscato: i volti, il respiro, i pensieri. E su questo sipario domina un buio tenebroso.
Mentre vi allontanate, donne lavano le pentole al centro di questa rotonda di case impastate. Galline zampettano a piede libero, come i bambini che giocano senza pesi sul cuore.