Nairobi, grezza sinestesia dal disordine loquace, è un’insalata di voci condita di polvere a granelli fitti.

Il traffico si impone sulle strade, il clacson dei matatu regna sulle anime smarrite, in arrivo o in partenza per chissà dove. Braccia si allungano feline da questi piccoli sgangherati bus, stile hippie di una volta. Tutto si conclude sempre con una stretta di mano e una pacca sulla spalla.

Piccole e grandi strade dal traffico congestionato finiscono spesso con mercatini colmissimi lungo il marciapiede, e venditori che al tuo passaggio cantano come sirene ammaliatrici.

Nairobi è la città dai mille occhi, cerchiata nella bolla delle malelingue, delle truffe in agguato, del pericolo di camminare senza correre con lo sguardo intorno in un continuo stato di allerta.

L’etichetta che una città si cuce addosso col tempo e con gli eventi, spesso si incolla stretta, come un morso dal veleno soporifero, sia nella verità che nell’esasperazione del caso. Questo non vale solo per Nairobi.

Ma nelle etichette, per indole, nessuno menziona la buona volontà delle persone, la resilienza, l’innato senso di uguaglianza, la scaltrezza elegantemente beffarda, i sorrisi sui volti felicemente scuri, anche quando smagriti dalla fame.

Museo Nazionale del Kenya:

Costo biglietto: 1500 scellini a persona. Orario di apertura: 9:00 – 17:00
Costo guida: parte da un’offerta di 500 scellini in su.

Deposito bagagli all’ingresso: non è possibile portarli all’interno, per cui una guardia ve li farà lasciare custoditi in un armadietto all’entrata (ecco perché niente foto).

Perdersi è bello, di tanto in tanto, soprattutto in un tempo che fu. Questa volta, tuttavia, fatevi guidare in questo intrigante viaggio temporale da una brava guida del museo, che vi introdurrà dapprima in una giungla di animali imbalsamati, dagli occhi così cristallini e languidi che puoi sentire l’eco dei loro versi, da qualunque era provengano.

La più interessante perla del museo racchiude uno dei più antichi ritrovamenti di ominide. Dopo essere involuti con la fantasia fino all’homo habilis, nutrendovi del vostro spirito selvaggio, proseguite sul filone della storia attraversando le etnie e le tradizioni.

Avete tutto il tempo di immedesimarvi fino ad orario di chiusura, quando il guardiano del museo vi riporterà nel presente e tutto ritornerà come prima, proprio come succede a Cenerentola. Ma questo non vuol dire, necessariamente, che la magia sia finita.